“Alà è grande!”. Emigrati alaesi scatenano il panico in un locale di Berlino
BERLINO. Non fa che aumentare la tensione internazionale a seguito degli avvenimenti degli ultimi giorni; stavolta a stringere l’ano sarebbero stati i tedeschi che, non conoscendo il sardo quanto il loro illustre paesano M.L. Wagner, avrebbero fatto confusione tra Alà (sa ‘idda) ed Allah (Il Dio).
Il fattaccio sarebbe accaduto in un piccolo zilleri dei sobborghi berlinesi e i protagonisti sarebbero due emigrati sardi: l’alaese Giuannantoni Ruju e un uomo sulla cinquantina, originario del piccolo centro barbaricino di Belvì ma con parenti ad Alà, Predu Antoni Buccabbentu (per gli amici conca ‘e ca*zu). I due si sarebbero incontrati per caso all’interno del locale, scoprendo di essere sardi entrambi: cosa appurata dal fatto che ognuno voleva pagare da bere all’altro. Alcuni testimoni oculari hanno confermato in seguito che i due avrebbero accettato il cumbidu reciproco solo con la promessa di farsi in chijina (come la cenere ndr). Inoltre, sempre secondi i testimoni, avrebbero iniziato a parlare una lingua incomprensibile; inizialmente si pensava che fosse lingua sarda, ma un esperto linguista avrebbe rivelato che i due in realtà, a causa dell’imbreaghera, stessero parlando in sanscrito tra lo stupore dei presenti.
Dopo diverse ore, quando il locale era bello a istibbu (sold out ndr), Predu Antoni avrebbe chiesto all’amico – essendosene dimenticato in un primo momento – da quale paesino della Sardegna provenisse. Dopo aver sentito come risposta “Sono alaese”, il secondo avrebbe chiesto: “Lo conosci a Paulu Sempreinbia?”, ricevendo però risposta negativa e dunque insistendo “Comente no? lo conoscono tutti!”. L’alaese quindi, immemore delle tensioni internazionali, avrebbe gridato “Eh non è che ci conosciamo tutti eh, Alà è grande!”, lasciando contemporaneamente andare con nonchalance unu troddiu che nei progetti originali doveva essere silenzioso.
In seguito al boato anale si sarebbe sparso nei dintorni quel tipico odore di uova marce a misciu a pare con l’odore delle sedute sul WC post imbreaghera a birra. La folla, pensando ad un attacco terroristico a base di gas nervino, avrebbe iniziato a gridare, fuggendo all’impazzata in preda al panico; il tutto mentre gli uomini continuavano a chiacchierare senza accorgersi di nulla. Nella fiumana in fuga, però, c’era colui che i testimoni non hanno esitato a definire “un eroe che ha affrontato i terroristi”: risaliva, infatti, eroicamente controcorrente un uomo originario di Buddusò che, avendo sentito da lontano la frase, si avvicinava ai due presunti terroristi al grido di: “Buddusò è grande, già bi cheret Alà!”. Il tutto, ovviamente, scaraventando per aria uomini, donne, bambini, animali, trans, e anche un terrorista che passava lì per caso e che avrebbe rischiato di farsi esplodere per sbaglio dopo aver perso il telecomando di innesco della cintura esplosiva.
I due presunti terroristi sarebbero stati raggiunti poco dopo dalle forze dell’ordine che avrebbero preteso di portarli via subito; loro però, non essendosi accorti del trambusto scatenatosi, si sarebbero affacciati nuovamente all’interno del bar per chiedere una staffa veloce esclamando: “Dai non c’è bisogno di chiamare la giustizia se devi chiudere il locale… dacci la staffa al bancone e ce ne andiamo!”, senza aver capito perché i poliziotti tedeschi fossero così solerti nel volerli portare via: “Eja, eja, ci beviamo la staffa e veniamo a bere con voi, no mi ponzas presse!”
POTO CUNFRIMMARE CHI EST TOTU ABBERU, CA CUSSU EROE DE BUDDUSO’ FIT CONNADU MEU PEDRU FEGHE
CHI M’AT CONTADU TOTU SU CHI FIT SUTZESSU IN CUSSU TZILLERI TEDESCU PRIMA DE LASSARE CUSTU MUNDU. DEVO NARRER PRO DOVERE DE CRONACA CHI EST MORTU CAGHENDE, POI DE UNA IMBRIAGHERA DE MALVASIA CHI DUREIT TRES DIES. E ATERAS TRES CHE PASSEINT PRO PODER ACURTZIARE A CUSA TUPA DE MATIGUSA UE DEIT S’ULTIMU RESPIRU.
Su famadu Pedru Feghe chi est mortu caghende! No l’ischìo chi fit buddusoinu