Alberto Angela: “Quello tonto era Monsignore, mica la sua puzone”
TEMPIO. Verrà presentato in settimana l’ultimo libro di Alberto Angela e già tutti i riflettori sono puntati su di esso. Il saggio servirà a smentire e spiegare un famoso detto sardo, vivo soprattutto nel logudoro settentrionale: “ses tontu chei su cazzu de Munsegnore”. Un detto che da secoli viene utilizzato in Sardegna per aiutare ragazzi e adulti e spronarli a fare di meglio. Secondo alcune ricerche effettuate sul campo, il Magister di “Ulisse, il piacere della scoperta”, avrebbe trovato delle prove inconfutabili che ad essere tonto sia stato Monsignore e non il sopracitato membro.
Dagli archivi diocesani di Sassari sarebbe saltato fuori un antico manoscritto del 1850, il quale racconterebbe una celebre sbronza del Monsignore seguita dal suo celebre “recuire” dopo una (duas, tres, battoros, e su mesu ‘e altrettantu) staffa al circolo di Oschiri -allora nel pieno del suo splendore- in evidente stato di bulvera niedda.Il manoscritto racconta che il canonico, sedutosi sul suo calesse modello 127 spider (della potenza di 2 cavalli e duas puddas), avrebbe “verniciato di succhi gastrici” il parabrezza dall’interno e, con un pronto e sicuro gesto d’arguzia, avrebbe poi azionato i tergicristalli del suo mezzo di trasporto (accessori ovviamente in dotazione nel modello full optional dell’epoca) nel tentativo di pulirlo. Il tutto tra le fragorose risate degli astanti che dal giorno successivo iniziarono a diffondere il famoso detto per tutta Ischeria: “Ses tontu chei cussu cazzu de Monsegnore” (con ovvio riferimento dispregiativo al prelato).
Ed ecco l’equivoco: il manoscritto riporta chiaramente la frase “chei cussu cazzu de Monsegnore”; quindi, secondo Angela, il detto sarebbe arrivato a noi nella forma che oggi conosciamo per via della sincope (cioè del decadimento) della parola “cussu”, che avrebbe indotto nei secoli successivi a dubitare dell’intelligenza del membro del sacerdote. Detto erroneo quindi, che di lì a poco si sarebbe diffuso in gran parte della Sardegna, diventando un vero e proprio must per la lingua sarda.
Storie molto creative fantasiose bellissime…!Simpatiche e soprattutto divertenti Complimenti agli autori!!!!
Grazie meda tia Fulana 😀