Anagrafe. 2018: i sardi hanno chiamato i figli con i nomi delle regioni storiche
CAGLIARI. Nomi strani se ne sentono nella quotidianità, ed ogni anno porta con se tendenze sempre più inusuali. Quando si parla di nomi però il discorso si fa più serio, perché il nome, una volta registrato, è per sempre. Quest’anno, presso gli uffici anagrafe in Sardegna, forse per via di un sempre più radicato attaccamento alla cultura sarda, sarebbe impazzata la moda di chiamare i propri figli con i nomi delle regioni storiche.
Su macchine, diceva minnanu, no at bedade (se uno è ballalloi, non c’entra nulla il fatto che sia giovane ndr). Negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori per quanto riguarda il tema suddetto e abbiamo visto geniacci chiamare i propri figli Christofer Bulla; altri ancora più temerari impazzarono con improbabili nomi dello “spettacolo” come Agata Pistis, Saddam Usai, Moana Putzu, Jerry Perreddu, Antony Broddoy e lassamus peldere sos ateros; altre volte il gusto del macabro ha fatto sì che certi cognomi obbrobriosi abbiano deciso di sposarsi: celebre la famiglia campidanese Pillittu – Nieddu; infine negli ultimi anni una moda tutta continentale, poi spopolata anche nell’Isola, ovvero quella di chiamare i propri figli con i nomi delle nazioni più sperdie (sperdute): ecco che troviamo nomi come Kenya, Burundi, Lapponia, Gabon, Giamaica, Papua Nuova Guinea e sa bagassa chi bos at criadu (anche se quest’ultima non siamo proprio sicuri che sia una nazione).
Tramite quest’ultimo trend, sarebbe esplosa in Sardegna la moda di chiamare i pargoli con i nomi delle regioni storiche. Ed ecco i nomi più utilizzati in Sardegna nel 2018: al primo posto svetta il nome Guilcer per i maschietti, a seguire Nurra, Anglona, Marmilla per i fiocchi rosa; diffusissimi anche nomi come Planargia, Gerrei, Montiferru, nonché Barbagia di Ollollai che ha scalato le classifiche nelle ultime settimana. Giunge notizia che a Pattada una mamma abbia chiamato suo figlio Monteacuto Fogarizzu in uno slancio di sovranismo geografico; mentre a Milis un’altra avrebbe chiamato il pargolo Campidano di Milis, approfittando della felice coincidenza geografica.
Per il prossimo anno si prevede già la nuova moda di partorire nei toponimi più disparati; speriamo che qualcuno di questi simpatici genitori vada a partorire nella nota località Su Corru Mannu de Sa Furca, almeno ci si divertirà poi all’anagrafe.