“Bella socius”: antica iscrizione riemerge dagli scavi del villaggio etrusco di Tavolara
OLBIA. Ormai restano pochissimi dubbi: il villaggio etrusco, di recentissima scoperta, ubicato nella parte pianeggiante dell’isola di Tavolara era strettamente legato agli antichi Sardi che abitavano le coste della zona. Ed in particolare avevano stretti rapporti con gli antichi abitanti di Olbia, già all’epoca centro in cui confluivano e si incontravano tutte le culture della zona.
Dagli scavi al villaggio è emersa l’antichissima sepoltura di un importante personaggio (forse il governatore) e delle iscrizioni che devono ancora essere decifrate a fondo. Queste rudimentali incisioni su lastre di pietra calcarea paiono descrivere la vita all’interno del centro abitato e l’uomo per cui fu costruita la tomba: secondo le ricostruzioni degli archeologi, il piccolo caposaldo etrusco era governato, in maniera alquanto inusuale, non da un delegato etrusco, ma da un sardo, proveniente dalle alture intorno Olbia. Questa figura, denominata “lu sindicus”, portava il nome di Primus Nipti e governò a periodi alterni l’insediamento.
Le iscrizioni ne ricordano le opere urbane e si fa riferimento a strade circolari, dette “ruptundas”, che spuntarono come funghi durante il periodo di governo di Nipti. L’iscrizione più curiosa –e quella che conferma il legame dell’insediamento etrusco con Olbia- è quella ritrovata sul retro della tomba in cui, in una sorta di affresco dell’epoca, un cittadino saluta “lu sindicus” appellandosi ad esso coi termini “bella socius”; termini ancora riscontrabili nella parlata popolare olbiese.
I lavori di scavo non si fermano e non mancheranno certo di riservare altre mirabolanti sorprese agli archeologi. Noi, ovviamente, vi terremo informati