Bertone apre ai tariffari dei sacramenti: “A patto che si paghino le tasse sui ricavi”
ROMA. Le parole che Papa Francesco aveva utilizzato per condannare la mercificazione dei sacramenti erano state apprezzate da buona parte del gregge del Signore, stufo di vedere affissi pubblicamente (o solo comunicati verbalmente) i tariffari per le prestazioni fisico-spirituali dei sacerdoti. In certe parrocchie si era arrivati, infatti, perfino ad appendere i listini prezzi sulla bacheca della chiesa, mentre in molte altre si procedeva all’antica (col parroco che comunica how much is it al fedele con fare gentile).
La direzione da seguire sembrava dunque chiara: sacramenti a offerta libera o gratuiti. Questa “manovra economica” imposta dal Papa non teneva però conto del fatto che in Italia, quando qualcosa è gratis, si tende ad approfittarne un po’ troppo: i numeri di sacramenti impartiti stava andando fuori controllo con un aumento del numero di battesimi, matrimoni, e un’inflazione clamorosa dell’estrema unzione (ci son stati casi di persone che si son fatte istremmunziare anche per un banale raffreddore, con la scusa che fosse gratis). Ciò che non era stato poi calcolato erano i mancati introiti delle parrocchie che si sarebbero così trovate prive di liquidità per sostenere le spese di gestione e funzionamento (e le tasse… ah no, quelle no…).
Dopo questo periodo di prova, il Cardinal Bertone ha preso in mano le redini della situazione per far fronte al problema introiti: l’unica soluzione era riprendere la normale “tassazione” dei fedeli. Ecco dunque, in accordo con i sindacati diocesani italiani, che sarebbe stato redatto un modus operandi a cui i canonici dovranno attenersi: i prezzi saranno calmierati a livello nazionale e, ogni qualvolta verranno impartiti i sacramenti a pagamento, i sacerdoti dovranno rilasciare una regolare ricevuta fiscale (a regime di tassazione agevolato) e risultare in regola col fisco. Questa manovra permetterebbe anche di versare i contributi pensionistici per i preti assicurandogli così una pensione interamente statale che non vada a gravare sulle casse Vaticane.
Per evitare che vengano officiati sacramenti in nero, senza ricevuta, i parrocchiani saranno avvisati che tali sacramenti (anche se eseguiti a regola d’arte) non saranno considerati validi (c’è chi già pensa di sfruttare l’idea come scappatoia a matrimoni di cui non si è troppo sicuri). I registri della parrocchia verranno poi utilizzati per fare controlli incrociati sui conti correnti delle parrocchie e dei parroci e garantire così un’efficace lotta all’evasione fiscale.
Bertone, Bertone, kent’annos de presone, tantu, non sese innossente………