Bolt shock: “Il segreto della mia velocità? Da piccolo giocavo a zocca janna”
RIO DE JANEIRO. Non si ferma più Usain Bolt, dopo aver stravinto ancora una volta le olimpiadi asfaltando tutti i diretti concorrenti avrebbe addirittura svelato al mondo intero il segreto della sua super velocità.
Le male lingue – già dai precedenti record olimpici – ascrivevano la velocità del jamaicano al fatto che egli facesse uso di sostanze stupefacenti e che fosse di cattivo esempio, ma ovviamente parliamo di leggende metropolitane. In pochi sanno in realtà che il corridore avrebbe trascorso la sua infanzia in Sardegna dalla nonna materna Mariedda Furia che, dopo averlo iniziato al porcetto, ravioli, panade e seade, gli avrebbe insegnato il gioco con cui molti bambini sardi si sarebbero fatti sverginare la faccia a schiaffi dopo essere stati riconosciuti: parliamo ovviamente del mitico zocca janna, il suona e scappa.
Il gioco consiste nel seberare le case delle persone più inferme del paese e suonare il loro campanello negli orari più impensati; ma non sempre è l’intelligenza a fare da padrona e infatti la maggioranza degli atleti suonano i campanelli senza un’accurata selezione rischiando molto spesso di venire schiaffeggiati in perra ‘e gianna dai padroni appostati in stile caccia al cinghiale.
Il piccolo Usain, discriminato dagli amichetti perché non sapeva parlare bene in sardo, veniva sempre mandato in prima linea ed in poco tempo era divenuto la leggenda di tutto il paese. Il ragazzo -inesperto di questi giochi abilitanti alla delinquenza- si spaventava a morte quando capitava di venir rincorsi da vecchi armati di fucile e di bastone e quindi dava il meglio di se nello folli fughe nelle vie del paese; oltretutto grazie al colore della sua pelle era di difficile individuazione durante i terribili raid notturni.
Ed è questo a suo dire il fattore che più di tutti ha contato nel suo sviluppo atletico, garantendogli una rapida e sfolgorante carriera nel mondo della corsa e nel futuro chi lo sa, di ladro di Angurie.