Coronavirus: “Nara cìxiri!”. Nell’isola rievocazione anticipata de sa die de sa Sardigna
Dal nostro inviato speciale Matzeu Pilloni
CAGLIARI. È giunta questa mattina la delibera del governo regionale secondo la quale sarà possibile andare a caccia di continentales per evitare il diffondersi del contagio del Coronavirus. Pare infatti che numerose persone siano giunte in Sardegna dalle ex zone rosse per fuggire la malattia; una roba che non si vedeva dai tempi della peste nera del 1348. Questa volta, però, i sardi non hanno avuto la memoria corta e, memori dei moti anti piemontesi del 1794, hanno deciso di prendere le proprie precauzioni a suon di marra in is barras (dolci carezze di zappa sulla mandibola ndr).
Il via libera arriva direttamente dal Presidente della Regione Christian Solinas, che durante una conferenza stampa tenutasi a Villa Devoto in seguito a una riunione con il capo della Commissione d’Emergenza Anti Coronavirus, Pedru Rogor, ha dichiarato: “Sempre più zente a cara de continentale proveniente dalla zona rossa sta sbarcando in questi giorni nella nostra isola in barba alle direttive emanate dal Governo Centrale. Ho fatto pressioni affinché venissero direttamente deportati a Su Gorroppu per la quarantena, ma a Conte da un orecchio gli entra e dall’altro gli esce! Tocat a si arrangiai a solus picio’, prendete marre e bastoni e tzacate forte (elargite menate), purché rispettiate la distanza di sicurezza di un metro”.
Per primi i cagliaritani che, non essendoselo fatto ripetere due volte, hanno iniziato a girare per le vie della città muniti di mascherina e marrone (zappa ndr) in una vera e propria caccia al continentale. La procedura è semplice, nonché la stessa del famoso 28 aprile 1794 (giorno in cui si è data una sonora sussa ai feudatari e ai dignitari piemontesi al servizio dei Savoia presenti nell’isola ndr): non appena ci si imbatte in un individuo sospetto gli si dice: “Nara cìxiri!”(di’ ceci, ndr) e, se questo non riesce a pronunziare la fatidica parola tradendo un accento lombardo-padano, giù con una bella surra ‘e corpus seguita da un tuffo forzato in mare, come cortese invito a tornarsene presso i rispettivi lidi di partenza.
La caccia è cominciata subito dopo il comunicato di Solinas e si è estesa in tutta l’ isola, con i sassaresi che hanno preferito munirsi di cappio e patibolo per prendere di mira esclusivamente gli individui maschi con almeno un figlio.