Il Coghinas come Loch Ness: mostro nel lago. Bagarre Tula-Oschiri per proprietà della bestia
LAGO COGHINAS. Ormai la notizia è confermata: nelle acque del lago Coghinas sguazza un gigantesco ed abominevole mostro. Il suo avvistamento, riportato dalle testate giornalistiche locali, risale a qualche giorno orsono e sarebbe stato effettuato da Barore Faulamanna, noto pescatore della zona, che lo avrebbe perfino fotografato sebbene detta fotografia sarebbe andata persa (insieme al telefono) nella avvincente battaglia tra l’uomo e la bestia che aveva abboccato al suo amo. Secondo gli esperti di Voyager, il mostro abiterebbe nel lago fin da prima della realizzazione dell’invaso e la sua recente individuazione sarebbe legata solo al periodo siccitoso che avrebbe abbassato a dismisura il livello delle acque rendendone inevitabile l’emersione.
La notizia ha fatto il giro della provincia ed è subito scattata la Loch Ness mania: orde di turisti si sono fiondate sulle sponde del Coghinas per vedere Mussi (come è stato battezzato il mostro in onore del più famoso cugino scozzese Nessie). Questa inattesa fiumana di persone va ovviamente incanalata e rappresenta una irrinunciabile opportunità per l’economia del territorio: è per questo motivo che la famosa disputa Tula-Oschiri sulla proprietà del lago si è trasformata nella lotta per l’assegnazione di proprietà e competenza sullo sfruttamento turistico del mostro.
Mussi si è quindi, a pochi giorni dalla scoperta, trovato al centro di una furiosa battaglia fra gli ormai triti e ritriti “Mussi è di Oschiri / Mussi è di Tula”. Una battaglia legale che si annuncia lunga e complessa e che dovrà prima di tutto stabilire (punto di non poca importanza) se Mussi esista o meno e, in seguito, a chi appartenga. Intanto, un agguerrito gruppo di pescatori oschiresi sarebbe già impegnato nella caccia del mostro dopo che in paese sarebbe uscita la voce che Mussi aveva rilasciato un’intervista in cui dichiarava che il lago sia di Tula.
Immediata è stata la reazione degli animalisti che vogliono salvare il mostro. Proteste su cui poi si sarebbe innestata la proposta di un magnate berchiddese del sughero per portare la bestia presso alcuni invasi del Limbara allo scopo non tanto di preservarne la sopravvivenza, quanto piuttosto di vedere la faccia dei vicini di Oschiri e Tula allo sfumare dell’occasione turistica. I nostri inviati continuano il lavoro intanto per tenerci aggiornati sulla vicenda.