Crolla ponte Frassu colpito da missile militare impazzito. Danni per oltre 11,57 €
OSCHIRI. Un amaro risveglio quello di questa mattina per i paesi di Oschiri e Tula: un pezzo di storia non c’è più. Un pezzo di storia su cui sono transitati nel tempo persone, amori e bestiame oggi scomparsi ma sempre vivi nella memoria collettiva (nel caso del bestiame, sempre vivo nella memoria del padrone). La notizia lascia tutti sgomenti e attoniti: ponte Frassu è crollato. Un’aria cupa e pesante avvolge i due centri abitati in lutto.
Un simbolo di unione di due comunità da sempre in lotta per la proprietà del lago Coghinas (e del mostro che ci sguazza dentro) è ora solo un ricordo. “Ma come è stato possibile? -chiedono in tanti- Quando fu costruito era nuovo nuovo, perfettamente transitabile e affatto pericolante!”. E la cattiva manutenzione, infatti, non c’entra: si è trattato di un errore umano. Il ponte è infatti stato colpito in pieno da una testata intercontinentale nord coreana impazzita; il missile era destinato alla Casa Bianca, a Washington, ma il computer di bordo è andato in tilt causando la disastrosa deviazione di traiettoria che ha portato al disastro di questa mattina.
Inestimabili i danni: le stime dei tecnici comunali parlano di oltre 11,57€ a cui vanno sommati i danni di immagine per la zona e il blocco del traffico locale, già inibito per decreto da una ventina d’anni. E i tecnici non si lasciano trasportare dall’emozione, non calcolano il danno su base affettiva, ci mostrano i documenti: “Guardate qua: solo di tondini di ferro arrugginiti ci sono 75 centesimi di danno. Il cemento dei pilastri che si reggeva a sputo poteva riempire un sacco di buche stradali della zona. Gli ultimi pezzi di asfalto rimasti potevano essere utilizzati per creare qualche discarica abusiva. Il ferro delle campate serviva a mio cognato per farci una mangiatoia in campagna… è desolante pensare che tutto questo non ci sia più”. Smarriti e disperati anche numerosi amministratori locali che in molteplici campagne elettorali avevano fatto della ristrutturazione del ponte un loro cavallo di battaglia: “E ora che cosa prometteremo?”
L’eco della tragedia è giunto fino in Corea e sono arrivate le scuse ufficiali di Kim Jong-un con la promessa che il responsabile del disastro non rimarrà impunito e che la Corea provvederà a ricostruire il ponte tale e quale era fino ad un istante prima della tragica fatalità, in attesa che crolli da solo