Di Maio: “No a spese immorali con reddito di cittadinanza: niente birra analcolica”
ROMA. Prende sempre più forma la proposta dei 5 Stelle per il reddito di cittadinanza e le modalità di assegnazione e fruizione del contributo statale per i redditi minimi e i disoccupati. Al di là delle cifre su cui in questi giorni si discute, un’altra è stata la dichiarazione del vice-premier Di Maio che era rimasta alquanto nebulosa: “No a spese immorali con il reddito di cittasinanta cittadinanza”.
Il Ministro si era tenuto su un generico no ai gratta e vinci e alle sigarette, ma i dettagli non erano ancora chiari. Le più svariate ipotesi sono state formulate a tal proposito dalla stampa e dal popolo del web: dall’inibizione all’acquisto di rattacasu al divieto di acquisto di prestazioni sessuali da avvenenti signorine di bordo strada.
Per dovere di cronaca, i nostri intraprendenti inviati sono riusciti a incontrare il Ministro Di Maio, arroccandolo nella doccia di casa sua e rubandogli l’asciugamano per tenerlo sotto scacco: dietro gentilissima richiesta, il Ministro ci ha quindi concesso un’intervista in cui avrebbe meglio specificato queste “spese immorali”: “Prima di tutto -ha dichiarato- niente birra analcolica, questo sia chiaro per tutti. Non c’è cosa più immorale. A proposito di birra, il reddito sarà decurtato a quei fenomeni che dicono che la birra piccola è immorale quando tutti sanno che una birra grande si scalda e il fondo non lo beve nessuno: ci saranno severi controlli sugli abbandonatori di fondi di birra. Per il resto non abbiamo ancora deciso altre voci immorali”.
Un giro di vite dunque sulla vita da bar dei cittadini spreconi, che non ci costringe che a dare ragione al Ministro, nell’eterna lotta all’analcolismo.