Gli si ferma l’orologio e rimane due giorni all’aperitivo: “Ancora già è presto”
BERCHIDDA. Il piccolo paese alle pendici del Limbara ci ha abituati in questi anni a storie di aperitivi al limite del paranormale (famosa fu la volta in cui un gruppo di alieni rincasò cotto al proprio pianeta). La scia di racconti potrebbe tenerci avvinti per ore fra aneddoti e battute, ma la storia dell’aperitivo berchiddese aggiunge un’altra pietra miliare al suo glorioso cammino: è di qualche giorno fa, infatti, la notizia della curiosa vicenda di Antoneddu Abbistu, simpatico aperitivatore amatoriale del posto.
Il signor Abbistu, come suo solito, era intento ad aperitivare fin dalle prime ore del mattino e, forse tradito dall’alcol, non si sarebbe accorto che il suo orologio si fosse fermato verso mezzogiorno. “Ancora già est chitto, boga atter’unu giru (Ancora è presto, servici altre bevande ndr)” avrebbe ripetuto più volte al barista mentre girava i tavoli di tutte le compagnie presenti al bar che inspiegabilmente stavano via via rincasando per pranzo. L’uomo, intuvonato al bar, non si sarebbe accorto che fuori la giornata scorreva e si fosse fatta notte, entusiasta per l’enorme numero di giri che stava riuscendo a fare in quello storico aperitivo apparentemente senza fine: “Oe fatto su record!” continuava a ripetere agli astanti che andavano a complimentarsi con l’uomo per la discreta imbreaghera che si era caricato.
Soltanto dopo due giorni di aperitivo ininterrotto (se non per le dormite sul gabinetto del bar che –tra l’altro- gli avrebbero impedito di accorgersi della chiusura notturna del locale), vedendo la sveglia del bar segnare le 12:30, avrebbe chiesto al barista che ora fosse e si sarebbe accorto della piccola svista, rammaricandosi per l’annullamento del record di giri in un’ora. L’uomo ha comunque conseguito il record di aperitivo amatoriale più lungo della storia, ricevendo da un commosso primo cittadino una pergamena ricordo e l’intitolazione di una targa ad imperitura memoria dello storico gesto.