“Sembrava banchetto pro DDL ZAN”: erano della Lega gli assalitori del gazebo leghista a Cagliari
CAGLIARI. Non si placano le polemiche a Cagliari per il gazebo della lega fatto in chentu e unu bicculu (cento e un pezzo ndr) a Cagliari, che già dalla politica è partita la ricerca spasmodica al colpevole. Ovviamente, tra gli accusati, non potevano mancare i fantomatici teppisti dei numerosissimi centri sociali di sinistra, di cui l’isola risulterebbe piena no isco inue (non so dove ndr). Altri indiziati sarebbero stati individuati nelle Brigate Rosse, in Lenin, Stalin, Antonio Gramsci e nel Batman sardo. Tuttavia le cose sarebbero andate diversamente: il gazebo infatti, sarebbe stato raso al suolo a causa di un piccolo fraintendimento.
Era una giornata come le altre per un gruppo di amici leghisti originari di Cagliari: messa a Bonaria la mattina presto; il resto della mattinata passata a bestemmiare il Signore; pomeriggio passato ad insultare qualsiasi tipo di immigrato, e serata conclusa a pensare emendamenti aggiuntivi contro il DDL ZAN, ca 700 parian pagos. Il gruppo di amici, in giro da presto per l’appunto, avrebbe deciso di concludere la serata in piazza Garibaldi, ma qui la sorpresa, perché altri altolocati compari, non li avrebbero avvisati della loro presenza.
I giovani, non riconoscendo i colleghi a causa dell’intera giornata passata in giro, o forse ca no si poden bidere pari pari (non si possono vedere tra loro ndr) avrebbero visto in essi degli intrusi, probabilmente anche a causa dell’eccessiva abbronzatura di Giuseppe Nieddu, leghista con la passione del mare ed in particolare della spiaggia del Poetto, nella quale si reca ogni giorno per la tintarella.
L’abbronzatura di quest’ultimo avrebbe fatto perdere il senno al gruppo che, tempestivamente, avrebbe scambiato il gazebo leghista in una bancarella pro DDL ZAN, facendoli così andare su tutte le furie. La reazione violenta, lo si è visto dalle immagini, ha portato i giovani ad agganciare il gazebo dalle quattro gambe per far si che a forza di tirare ne restassero interi meno pezzi possibili.
Solamente l’intervento di alcuni ragazzi dei centri sociali, tra un canna e l’altra, avrebbe permesso ai leghisti di risollevare la bancarella e di riprendere la propaganda anti DDL ZAN.