Fase 2. Via libera a feste campestri, ma si potrà rientrare a casa solo dopo 20 giorni
CAGLIARI. A seguito delle nuove, nebulose o, a seconda delle zone, fumazzose dichiarazioni del premier Giuseppe Conte, il presidente della regione Christian Solinas avrebbe deciso di fare anche stavolta un po’ come più gli aggrada. In arrivo quindi alcune novità per la Sardegna.
La maggior parte degli italiani, a causa delle nuove disposizioni, si è svegliata questa mattina abbastanza imbaddinata e a mal di testa, come nelle migliori giornate post imbreaghera. Le ragioni? Ovviamente il non aver capito se effettivamente si possano fare determinate cose come andare a pranzo da nonne e mamme a scrocco (visti i mesi passati a degustare cibi precotti e in scatola), andare ad asparagi o a funghi (vista la ormai labile percezione del tempo). Inoltre ci sarebbe preoccupazione per quanto riguarda i moduli di autocertificazione, quanti bisogna effettivamente stamparne in media, vista la grande mole di scuse che la gente utilizzerà per andare a su corru mannu de sa fulca ogni giorno e alle ore più impensate?
Per non rispondere a tutti questi interrogativi, il presidente della regione avrebbe optato di concedere ai sardi, un po’ ad mentula canis se vogliamo, le feste campestri! Visto che, dopo il rinvio di Madonna di Castro, la popolazione di Oschiri sarebbe addirittura insorta contro il presidente al quale gli si sarebbe voluta dare sa ‘e Camoni (cercare su internet l’ingegner Camoni per ulteriori delucidazioni ndr), per fortuna o purtroppo senza conseguenze; inoltre, secondo fonti sicurissime ma incertissime, si sarebbero ribellati i tulesi contro gli oschiresi per rivendicare la paternità della festa (ndr). Disordini anche nella vicina Berchidda in cui è saltata la festa di San Marco e alcuni cittadini avrebbero minacciato di replicare i fatti de su coddu ‘e su pattadesu prendendo di mira le autorità-
Via alle feste campestri sarde per tutto il mese di maggio. Si partirà dalla sagra del pane e del grano a Pompu, la festa di San Bachisio e Loceri, Sant’Ignazio a Laconi, quella del cinghiale ad Arbus, e insomma tutte le feste nella quali ci si fraziga (trattiene) lì per ore. La condizione, per far si che ciò avvenga in sicurezza, sarà quella di rimanere in loco per 20 giorni! Senza nessuna possibilità di spostarsi o invocare la mamma per farsi venire a prendere! Verranno meno anche le regole che ormai tutti conosciamo e, in completa anarchia, ci si potrà starnutire in faccia, giocare a murra senza rispettare distanze, scambiare bicchieri per sbaglio, nonché stoccare con la resolza a renes e a matta, ma volendo anche a piumones (per fare qualche presa d’aria in più per chi soffrisse di problemi di respirazione), ad eccezione però che poi non si chieda il trasporto in ospedale per ovvi motivi di sicurezza.
Un popolo felice che finalmente viene accontentato e gli si dice ciò che vuole sentirsi dire. Cioè “andade e ammuntonadebos” (andate e ammucchiatevi ndr) e non il più temibile e concreto “il virus è ancora tra noi, quindi facciamo attenzione perché dovremmo conviverci”.
Arrivati stamane i risarcimenti in mizafrancos a diverse feste rimandate nel mese di aprile tra cui La sagra degli asparagi a Villanova Truschedu, quella degli agrumi a Muravera, Assazzende e buffende a Ossi e insomma a tutte le sagre e feste campestri rimandate!
Stanziati inoltre in mattinata 2 milioni di euro per rimpinguare le finanze delle feste campestri di San Marco (Berchidda) e di Madonna di Castro (Oschiri/Tula). Idem per altri paesi come Dorgali/Oliena, Bonarcado/ Santu Lussurgiu, Buddusò/ Alà dei Sardi e insomma diversi paesi di storica amicizia. “Tanto tra comuni andate d’amore e d’accordo” avrebbe detto il presidente Solinas (che bene conosce la sua terrahaha), “perciò saprete certo spartirveli in base all’afflusso di gente che era previsto per le rispettive manifestazioni”.