Archeologia: i fenici hanno insegnato a babbo a coprire
Incredibile scoperta del team di archeologi dell’Università di Sassari che sembrerebbe confermare il fatto che nessun sardo è mai nato imparato
Phoenix (SS). Dopo anni di ricerche finalmente si è fatto luce su uno dei più grandi misteri dell’isola: i fenici in Sardegna hanno portato anche su fuste de petza? Non proprio, ma sicuramente hanno insegnato ai sardi come usarlo e perché. La scoperta è stata fatta dagli studenti di Pedra Furriara, professoressa di archeologia fenicio-punica presso l’Università di Sassari, che all’alba di questa mattina hanno fatto un ritrovamento sensazionale.
Gli studenti, fra un turno al mc Donald’s e una consegna di Deliveroo, avrebbero riportato alla luce un’importante iscrizione in alfabeto fenicio datata probabilmente intorno al VII-VI secolo a. C (̶a̶v̶a̶n̶t̶i̶ ̶c̶o̶v̶i̶d̶ avanti Cristo ndr) in cui veniva riportata la lamentela di un sardo nuragico recitante “ormai portu minca sceti po pisciai” (ho il mio apparato genitale solo per mingere ndr), probabilmente una richiesta d’aiuto indirizzata a qualche divinità importata dagli stessi fenici. La lamentela non sarebbe rimasta inascoltata, perché proprio accanto al sito dell’iscrizione ne sarebbe stata trovata un’altra riportante il dialogo fra un sardo e un fenicio che spiegava all’isolano come porre rimedio al problema.
Ma come si riproducevano, allora, gli antichi sardi? La professoressa Furriara azzarda l’ipotesi che ciò potesse avvenire tramite spore, rilasciate quando il malcapitato di turno rimaneva schiacciato da una pietra megalitica durante la costruzione dei nuraghi. “Questa è una scoperta sensazionale! – afferma Furriara durante una conferenza stampa – Inizialmente abbiamo pensato si trattasse di opera degli stessi sardi, ma se non ci avessimo messo i fenici di mezzo probabilmente non sarebbe interessato a nessuno della Soprintendenza. L’iscrizione è stata rinvenuta nell’agro di Samassi, il che ci fa ritenere che si tratti senza dubbio di fenici provenienti dalla colonia di Cartagine, dal momento che dall’autogrill di Abbasanta in giù è tutta Africa”.