Flotta aerea sarda: bambini sotto 12 anni voleranno gratis se vestiti in fustagno
OLBIA. Nonostante le diverse prese in giro che fioccano nel web sardo come se non ci fosse un domani, il gruppo che si fa promotore della nobile iniziativa “Adesso la compagnia aerea ce la facciamo noi” continua ad andare per la sua strada, anche se ancora no ischit manch’isse cal’est (starebbe ponderando bene le sue mosse ndr).
Ancora si discute se la compagnia debba di fatto sostituire in tutto e per tutto quella appena fallita oppure brillare di luce propria. Il presidente Solinas opterebbe per la prima opzione, non solo per rimetter in piedi la stessa flotta ma anche per farla nuovamente fallire nello stesso modo se non in tempi più brevi; come? Ovviamente mettendosi in società con la Qatar Airways, rea di aver già causato il recente fallimento.
Il troppo, a volte poco, molto e/o a nudda conosciuto business plan (per ottimizzare le previsioni finanziare) sarebbe stato redatto dando ascolto ad un noto blogger sardo che mai si astiene dal suo dovere. Il progetto? Tutto, all’interno della flotta (dai piloti, alle hostess, alle gomme dei velivoli) dovrà essere di matrice sarda; addirittura sarà sardo l’olio utilizzato per i comandi flap e idraulici dell’aereo, recuperato dalle friggitrici che a terra saranno impegnate a preparare seadas (plurale, quindi con la s! ndr). Le hostess dovranno vestire rigorosamente in costume sardo; l’aria dei respiratori dovrà essere sarda anch’essa e verrà presa e imbustata da Sarroch.
La novità saranno gli sconti per chi vola come un vero sardo: chi viaggerà in mastrinos avrà uno sconto del 40% sul biglietto, se riuscirà a non scivolare nelle scale d’acciaio d’accesso all’aeromobile; i bambini vestiti in fustagno, fino ai 12 anni, non pagheranno il biglietto; superati i 12 anni potranno continuare gratis minacciando il personale e facendo i balenteddi. Un’altra importante novità sarà il permesso di salire a bordo con le proprie pattadesi in tasca che, una volta a imbarcati, potranno/dovranno essere utilizzare per tagliare il formaggio avuto dal surplus della protesta del latte dello scorso anno.
Una proposta che fa palpitare un’isola intera come dinanzi ad un’ara immensa, un popolo unito in unico progetto ma che ancora si chiede “si, ma quale sardo?” o che si sente sardomaancheitaliano; ma siamo fiduciosi!
Palpiterebbero, comunque, molto di più i cuori di quanti avrebbero appena appreso che alla domanda delle hostess “ite bos buffades?” non si potrà rifiutare il giro o tentare di sviare con aranciata o con l’intramontabile “sto prendendo medicine!”. Solo per le donne sarà fatta un’eccezione e sarà concesso ripiegare sulle caramelle.