Giacobbo conferma: “Oristano non esiste, è un ologramma fatto dai templari”
ORIS… AH, NO SCUSATE; CALA MACOMER. “Uno dei più grandi complotti alieno-templari della storia”, così Roberto Giacobbo, noto conduttore televisivo del programma Voyager, definisce Oristano… o dovremmo dire Cala Macomer. Il divulgatore è infatti arrivato in Sardegna per verificare una teoria che da qualche giorno circola sul web: Oristano non esiste.
La teoria, nata nel deep web (il web più profondo e oscuro in cui trafficano hacker, contrabbandieri e tutti quegli utenti medi che non capiscono come fanno ad avere il pc pieno di virus nonostante lo usino “solo per andare su facebook”), vorrebbe infatti che Oristano e la zona adiacente alla città non esista… Addirittura si tratterebbe di un ampio braccio di mare ribattezzato “cala Macomer”.
Giacobbo avrebbe quindi condotto numerose indagini con strumenti ad altissima e segretissima tecnologia, scoprendo che tale zona altro non sarebbe che un incredibile ologramma realizzato con proiettori a tecnologia aliena. Di questo complotto si troverebbe traccia in antichi documenti templari conservati nella biblioteca di Oristano (che di conseguenza non esistono) in cui si affermerebbe che tale zona sia una specie di triangolo delle Bermude in cui avvengono misteriosi fenomeni. La zona sarebbe coperta da una specie di incantesimo che fa apparire o scomparire l’ologramma in caso di necessità (per questioni di risparmio energetico): tutte le persone che si avvicinano sarebbero infatti prese da un’incredibile bisogno fisiologico che viene puntualmente espletato all’autogrill di Abbasanta (per chi arriva da Nord) o Mogoro (per chi arriva da Sud): in questo lasso di tempo l’ologramma ha il tempo di attivarsi e dare così, a chi passa nella zona, l’impressione che tutto sia reale.
Ma chi e perché ha ordito un simile complotto? Le risposte nella prossima puntata di Voyager!