Incendiata l’auto del vicino, arrestato: “Era solo per festeggiare Sant’Antoni”
OSCHIRI. Una delle peculiarità dei sardi è quella dell’attaccamento alla terra e alle tradizioni, anche se non sempre queste riescono conservarsi in ogni centro abitato. Stavolta però l’attaccamento alle suddette tradizioni, specie quella di Sant’Antoni de su fogu è andato un po’ oltre gli standard.
Totoni Allughinzu, originario di Bono (residente a Oschiri solo da pochi mesi), che aveva partecipato ai fuochi di Sant’Antonio al suo paese natale fin da quando era ancora un infante, sarebbe andato su tutte furie venendo a sapere che in paese non si era organizzato nulla per il giorno di Sant’Antoni.
Totoni, uomo determinato, non si sarebbe però demoralizzato e avrebbe deciso di risolvere in prima persona questo piccolo inconveniente culturale, decidendo, nel frattempo, di andare al bar per farsi venire qualche brillante idea. Proprio là avrebbe incontrato alcuni ragazzi ai quali si sarebbe aggregato per bere due cose. L’uomo avrebbe dunque chiesto a uno dei ragazzi quali erano i loro programmi per la giornata dedicata ai fuochi, ma questi ultimi si sarebbero guardati intorno spaesati senza capire a che festa stesse alludendo l’uomo. Totoni sarebbe così andato su tutte le furie e avrebbe aggredito il ragazzo con pugni e schiaffi, insultandolo pesantemente, e lanciandolo infine in avanti nella speranza di fare strike con i tavolini.
Raccolte tutte le sue cose, ovvero solo la bottiglia di Icnusa, l’uomo si sarebbe diretto quindi verso la casa del sindaco (reo a suo dire di non aver organizzato su fogarone) con un bidone di benzina per incendiare la vettura del primo cittadino. Non trovando la vettura, l’uomo avrebbe fatto ritorno alla propria abitazione e incendiato in seguito l’auto del suo vicino di casa (“Per non sprecare la benzina, che era un peccato” avrebbe riferito in seguito). Le fiamme si sarebbero subito alzate alte nel cielo e l’uomo si sarebbe messo a fare i canonici giri intorno al fuoco fino all’arrivo delle forze dell’ordine che, per la legge del contrappasso, gli avrebbero incendiato sa cara a ciaffos e l’avrebbero poi arrestato.
Le forze dell’ordine, una volta saputo il motivo del falò, avrebbero informato l’uomo che -fra l’altro- la festa in onore del santo era in realtà stata organizzata. L’Allughinzu avrebbero però risposto: “Ah perché quello è un fuoco secondo voi? Quello che ho fatto io è un fuoco come si deve, no cuss’ispessia de barbecue chi ana fattu!”