Nasce “Fizu ‘e chie ses?”: la nuova app per le vecchiette più tecnologiche

OLBIA. Presentata questa mattina nella sala congressi dell’aeroporto Olbia Costa Smeralda la rivoluzionaria app che si preannuncia come una tra le più importanti rivoluzioni tecnologiche degli ultimi anni dopo Facebook e Whatsapp.

Il team di sviluppo è composto interamente da informatici sardi che hanno fondato una startup molto promettente. L’idea nasce dalla tipica domanda che le vecchiette rivolgono ai bambini di tutti i paesi della Sardegna (esistono testimonianze di tali usanze sin dall’epoca nuragica): “E tue fizu ‘e chie ses?”.

“Grazie alla nostra app – spiega Istevene Tribaglios, direttore della startup – il loroddhu non avrà più limiti! I bambini non saranno più costretti a rivangare tutte le parentele fino al quarto grado (parentele di intradura incluse) per spiegare alle anziane loroddhose chi siano. Basterà semplicemente farsi inquadrare con lo smartphone: la app riesce infatti, tramite la fotocamera, a riconoscere i bambini e a fornire un albero genealogico completo fino alla quinta generazione, il tutto gratuitamente”.

Ma non finisce qui: per le signore più esigenti sarà disponibile una versione premium acquistabile tramite abbonamento annuo con continui aggiornamenti e con una rivoluzionaria funzione che consente il riconoscimento anche se il soggetto è di spalle. Secondo gli sviluppatori questa versione avrà molte sottoscrizioni in quanto permetterà di riconoscere sia i bambini che scappano dopo aver rotto una finestra col pallone, sia (e soprattutto) i ragazzini che provano le prime sigarette o sperimentano le prime effusioni amorose nei vicoli di paese cercando magari di nascondersi e camuffare la propria identità. Da oggi, grazie a questa app rivoluzionaria, farla franca non sarà più possibile. È stata poi sviluppata in stretta collaborazione con Facebook una funzione che permetterà di condividere le immagini incriminanti, pubblicarle su Facebook e taggare, oltre i protagonisti, anche i genitori o parenti registrati su Facebook.

La app verrà poi tenuta in costante aggiornamento e in un futuro abbastanza prossimo (come è stato spiegato nella conferenza stampa) verrà lanciata la versione gold grazie alla quale sarà possibile accedere ad un database storico dei loroddhos in modo da conoscere tutte le voci che circolano e sono circolate sulla persona (e sulla relativa famiglia) che inquadreremo.

L’era della millenaria domanda volge ormai al termine, soppiantata da questa formidabile tecnologia che associa ad un loroddhu “fast” anche tutti gli arretrati che potreste esservi persi. Una app che non mancherà certamente di avere successo e che non mancherà di far nascere gli ormai classici stati di protesta su Facebook da parte di ragazzine sgamate a provare le prime sigarette per i vicoletti di paese (“ma xk la gnt nn s fa mai i cxxi suoi!!! fuck! notte mondo” con i soliti 200 mi piace di cui 190 di ragazzi che ci vorrebbero provare, 2 messi per sbaglio da over 70 appena iscritti su Facebook e 8 delle amiche sgamate con lei).

2 pensieri riguardo “Nasce “Fizu ‘e chie ses?”: la nuova app per le vecchiette più tecnologiche

  • 28 Ottobre 2017 in 15:21
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    A nome della “Anonima Società per la difesa de Sos Burdos e del loro diritto all’anonimato” anticipo alla Spettabile Redazione di Radio Limbara i termini e i contenuti della denuncia a carico dell’Impresa guidata dal signor Istevene Tribaglios, presentata alle Autorità Preposte.

    La denuncia prende spunto dai gravi danni morali e materiali riportati da alcuni nostri Associati a seguito del lancio sul mercato della App denominata “Fizu ‘e chie ses?”, che permette a chiunque, in particolare a sas vezzas tzias avvezze al pettegolezzo, con una semplice inquadratura sullo smartphone, di risalire all’identità e all’origine dell’inquadrato.
    La mancanza di un filtro che tuteli la privacy dei malcapitati, infatti, fa si che l’informazione resa dalla App sia netta e renda note anche le origini nascoste, non riportate nei registri delle anagrafi ufficiali. In sintesi la App permette di portare alla luce eventuali origini burde dell’inquadrato, sino alla quinta generazione!
    Ora, capirete, queste informazioni sensibili in mano ad anziane signore ciarliere di un piccolo paese, risultano dannose quanto il comando d’innesco di un’arma nucleare in mano a Donald Trump e Kim Jong un!
    Il primo caso si è verificato a Bidda ‘e Frumene**, dove il nostro associato Meleddu* si è sottoposto all’esame “Fizu ‘e chie sese?” effettuato da Tzia Nina*, che è così venuta a conoscenza del fatto che il giovane non fosse figlio di Zuanni*, al tempo del concepimento emigrato in Germania, ma di un venditore di turuddas, talleris e palas de forru, proveniente da Bidda ‘e Monte**.
    A far le spese dello spargimento della notizia (che, parafrasando il Poeta, “comente sa balla dae su fusile tzuccat, curret che leppere de tuppa in tuppa”), giunta nel giro di poche ore alle orecchie di Zuanni*, è stata la povera Mintonia*, madre di Meleddu*, che ha dovuto faticare non poco a giustificare al marito una gravidanza durata solo tre mesi (il tempo trascorso tra le ferie estive è quelle natalizie di Zuanni*) e che ha dato alla luce un bambino di cinque chili e quattro che col passare del tempo ha sviluppato una sorprendente propensione per la lavorazione del legno e la produzione di oggetti d’uso in cucina…..
    Certi di avervi fato cosa gradita, vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda, e sulle altre e numerose denunce che i nostri Associati stanno producendo, in particolare a seguito dello scellerato utilizzo della versione aggiornata della App che permette il riconoscimento di spalle, e quindi all’insaputa del soggetto

    Cordiali saluti

    *riportiamo nomi di fantasia così da non pregiudicare lo svolgimento delle indagini ancora incorso
    **toponimi di fantasia per le ragioni di cui sopra

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    • 28 Ottobre 2017 in 15:27
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      Benissimo, ci tenga aggiornati sugli sviluppi!

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