Trovato l’accordo: dopo due anni di stop nel 2023 tornerà il Festival di Sanremo
SANREMO. Questi due anni (e fruscia tra un po’) di pandemia hanno contribuito a rinviare in tutto il mondo – dunque anche in Italia – migliaia di manifestazioni di ogni genere. Tra le tante scomparse negli ultimi anni, spicca sicuramente il Festival della Canzone italiana, costretto purtroppo a due anni di stop.
Se a Sanremo si poteva rinunciare a causa dell’emergenza, non sarebbe stato giusto rinunciare ai numerosi Gay Pride che ogni anno colorano e rallegrano le nostre strade. “Non potevamo fermarci”, avrebbe confessato ai nostri microfoni, il presidente del MOS (Movimento Omosessuale Sardo) Antoni Ettarosessuale, “proprio questi anni che stavamo portando avanti i diritti dei tanti ettarosessuali palesatisi nella storica pagina di Cizo e Rebo (sa coltza ndr). “L’amore deve essere libero”, avrebbe ammesso l’uomo, ma come clausola bisogna garantire almeno 1 ettaro di terreno per ogni tipo di unione! Altrimenti come si arriva a fine mese?
Senza dire niente a nessuno, ma soprattutto senza che nessuno se ne accorgesse, i Pride non si sono mai fermati in questi due anni! Hanno solamente scalzato, di comune accordo per ben due anni di fila, il conclamato Festival della Canzone Italiana.
Fortunatamente il lento migliorare della situazione sanitaria permetterà ai pride di tornare agli antichi fasti chiudendo il sodalizio con Amadeus; con grande rammarico del festival che nel 2023 vedrà calare gli ascolti in modo drastico! A meno che non si provi a resuscitare Fabrizio Frizzi, Mike Bongiorno oppure il redivivo Pippo Baudo.
Nel mentre, un manoscritto del 1800, avrebbe dimostrato che Napoleone Bonaparte (dopo essersi incoronato imperatore da solo) pare si fosse battezzato senza l’aiuto del pontefice. Per l’ennesima volta dunque “il grande” Achille Lauro, non avrebbe fatto nulla di innovativo, con grande delusione per i suoi estimatori.