Colloqui di pace: Ucraini obbligati a prendere almeno un pacchetto di cingomme
INSTAMBUL. Mentre la guerra continua senza che si riesca a fare qualcosa di concreto per fermarla, a parte ovviamente imbuttire onzi nazione de armas (riempire tutti gli stati di armi ndr), riprendono le trattative di pace, seppur anche qui la situazione rimarrebbe ugualmente molto tesa.
Dalle porte della sala dei negoziati nel palazzo Dolmabahce (o comente si narat isse) a Istanbul, sulle rive del Bosforo sembrerebbero filtrare i primi spiragli di pace. In tre ore di colloqui “sostanziali”, le delegazioni di Russia e Ucraina avrebbero aperto per la prima volta al negoziato cun cussu cane ‘e isterzu (cane da secchio ndr) di Vladimir Putin, seppur gli esperti sostengano sien totu che pare e no bi nde siat unu de friere. È notizia di ieri o gianteris (avantieri ndr), che i vertici ucraini abbiano consigliato ai partecipanti alle trattative di non accettare niente da bere dai russi; precisando inoltre che sarebbe utile non comportarsi come una scolaresca in viaggio d’istruzione di quinta elementare, ricordando dunque ai suoi uomini de no toccare nudda.
Secondo l’antropologo e mediatore improvvisato Paulu Mediu, non sarebbe pensabile andare a trattare con un popolo imbreagone per natura come quello russo sperando di riuscire a tornare a casa sani e salvi rifiutando su buffu (il da bere ndr). Per il Mediu infatti i russi starebbero a queste condizioni nella stessa maniera con cui i serbi stettero alle accettarono l’ultimatum austriaco dell’estate 1914.
Dopo attente ricerche riguardanti e studi molto bodolati, l’antropologo avrebbe trovato la soluzione per far procedere le trattative guardando proprio alla Sardegna. L’unico modo di rifiutare da bere, senza offendere nessuno, sarebbe stato inventato infatti proprio in Sardegna, accettando, come è noto, cingomme al posto degli alcolici.
Forse possiamo ancora nutrire speranza in vista delle trattative.