Pamela Prati: “Ho inventato il fidanzato per non farmi stressare dai parenti ai pranzi”
OZIERI. Continua a far notizia, in seguito alle recenti interviste ed apparizioni televisive di Pamela Prati, la storia del (fittizio) fidanzamento della showgirl con tale Marco Carta Girone (era infatti questo il nome che aveva cominciato a circolare in tempi non sospetti). Secondo quanto confessato dalla donna di origine ozierese negli studi di Canale 5 si sarebbe trattato di una colossale, seppur fragile, messinscena architettata dalle due manager della Prati: messinscena della quale la stessa Pamela sarebbe stata vittima.
Certo -direte voi- il doppio cognome dell’uomo, aggiunto al fatto che il primo dei quali fosse Carta, lasciava presagire origini sarde e la storia avrebbe potuto essere anche plausibile: ed è su questo punto che i nostri ineffabili cronisti si sono concentrati. Solo una mente sarda -o quantomeno profondamente conoscitrice delle usanze dell’isola- poteva infatti concepire la figura di un uomo dal doppio cognome e con un chiaro indizio di origine.
Qualquadra non cosava ed è stato per questo che, in seguito a lunghissime indagini giornalistiche che non stiamo qui a spiegarvi per filo e per segno, in seguito ad appostamenti, incontri con informatori segreti presso i peggiori bar di Ozieri (costati 4 ricoveri dei nostri inviati per sospetto coma etilico) siamo venuti a capo della verità. In realtà le indagini non sono servite a nulla, in quanto i nostri inviati sono riusciti a fissare un’intervista con la showgirl e porle direttamente una serie di domande che l’avrebbero messa alle strette.
“Marco Carta Girone -ha dichiarato ai nostri cellulari che registravano, visto che non abbiamo due lire manco per comprare un microfono- era nato come figura immaginaria per non farmi stressare da parenti e amici ai pranzi in compagnia con la solita domanda: ebbè, nara, fidanzata ti sei? / Maaaaa, non ti sembra ora? / Ma, cosa voglio dire, non te lo trovi qualcuno? Arrivata all’ultimo punto di sopportazione, ho quindi pensato di sparare un nome a caso: vedendo Marco Carta in TV nel momento in cui mi era stata fatta la domanda mi venne l’idea e dissi: Malcu Calta Girone, aggiungendo un cognome a caso per non dare troppo nell’occhio. E sembrava funzionare, al punto che anche le due manager che curavano la mia immagine mi proposero di rendere la cosa un po’ più internazionale cambiando il nome in Mark Caltagirone”.
Da lì in poi la situazione sarebbe cresciuta e andata fuori controllo, rendendo una innocua bugia un boomerang mediatico per la showgirl. Boomerang previsto e calcolato per ritorno di immagine? Boomerang casuale abilmente sfruttato? Ai posteri l’ardua sentenza