Pastore no-vax cerca di iscrivere figlio a scuola usando libretto vaccinale del bestiame
OLBIA. Svista o malafede? Saranno le indagini affidate ai carabinieri di Olbia a stabilire quali erano le intenzioni di Bor’Anghelu Maladìa, cinquantenne pastore di Olbia. L’uomo è stato infatti segnalato alle autorità da una scuola elementare della città dopo aver presentato documentazione errata al momento dell’iscrizione del figlio alla prima elementare.
Secondo le normative, infatti, al momento dell’iscrizione a scuola deve essere presentato per ogni alunno il libretto vaccinale o una autocertificazione sostitutiva in cui si attesti l’avvenuta vaccinazione del bambino; così, al momento della consegna della documentazione, il Maladìa avrebbe inserito nel malloppo di documenti un libretto vaccinale a cui, in un primo momento, l’applicata di segreteria non avrebbe dato troppa importanza. Al momento della verifica della documentazione però, un insolito odore di stalla proveniente dal libretto e la sagoma di una pecora in copertina avrebbe destato qualche sospetto tra l’efficiente staff della segreteria che avrebbe deciso di approfondire, aprendo il libretto e scoprendo l’errore/truffa: il libretto vaccinale era infatti relativo a tale “Belen Laddara”, pecora saccaia del gregge del Maladìa (che risultava comunque in regola con tutte le vaccinazioni).
Dopo aver contattato le autorità e aver verificato che la pecora fosse effettivamente vaccinata, l’impiegata si sarebbe accorta che la domanda di iscrizione non era relativa alla pecora ma al figlio dell’allevatore: ulteriori indagini hanno portato quindi a galla il fatto che il bambino non fosse vaccinato. È scattata dunque la segnalazione alle autorità che dovranno stabilire se l’uomo volesse iscrivere il figlio spacciandolo come vaccinato oppure la pecora (spacciandola per un bambino) e se ci sia stato quindi un falso negli atti.
Il Maladìa, raggiunto dai nostri inviati, si è dichiarato no vax e alla domanda sul perché la pecora fosse vaccinata e il figlio no avrebbe risposto: “Beh il bestiame lo vaccino perché ci tengo e non voglio che si ammali” – “E allora perché vaccina il bambino?” – “Perché ci tengo e non voglio che si ammali”.
Il nostro inviato è stato in seguito ritrovato in stato confusionale mentre vagava per le campagne ripensando alla logica dietro il pensiero dell’uomo.