Prato, sacerdote ammette: spendevo soldi delle offerte per aiutare le bagasse in chida santa
PRATO. È finito in uno scandolo pius mannu de a isse (poco proporzionato a lui ndr) un sacerdote di Prato, don Francesco Spagnesi (per gli amici pedofylu). L’uomo sarebbe coinvolto in un’indagine della polizia su feste a base di cocaina e di Gbl, la cosiddetta ‘droga dello stupro. Il parroco, 40 anni, è stato messo agli arresti domiciliari e la procura vorrebbe capire perché il sacerdote sembrasse propenso “adescare” donne e non bambini minorenni come stabilisce il codice ecclesiastico non scritto.
Tuttavia l’uomo ritiene che quanto detto sia ovviamente falso, ed inoltre non si capaciterebbe del fatto che la Chiesa non sia già intervenuta ad insabbiare tutto, nonché a sistemare tutti i parenti, compresi quelli de intradura, come statali per ripagare il sacerdote dei danni subiti. L’uomo avrebbe infatti ammesso di aver si rubato le offerte, ma solamente a fin di bene: nella parrocchia infatti erano finiti da poco alcuni lavori di restaurazione ed era anche recentemente morto il bambino toppu e zegu (zoppo e cieco ndr) per il quale ogni giorno si pregava e si mettevano le offerte, pertanto il ministro di Dio non riusciva a capire del perché si continuasse a mettere le offerte chena contu e chena cabu (senza senso), decidendo di muoversi in prima persona per fare del pene bene.
Avendo parenti in zona Pratosardo, l’uomo sarebbe venuto a conoscenza di un detto popolare relativo alle prostitute, comprendendo come esse facciano effettivamente pochi soldi durante la settimana santa (seppur alcuni sostengano il contrario). Il buon’uomo avrebbe dunque deciso di devolvere tutte le offerte in bagasse.
La decisione sarebbe arrivata dopo una lunga telefonata con il Cardinale Becciu, che avrebbe assicurato non ci fosse nulla di male a far sparire soldi per aiutare i parenti.