Cassazione: “Lecito richiedere il resto in Goleador e in sacchetti bio per la frutta”
ROMA. Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra ormai da qualche settimana contro il provvedimento del governo di far pagare i sacchetti biodegradabili per frutta e verdura nei supermercati. Il fatto che prima il loro costo fosse comunque coperto dalla merce che contenevano e non fossero presenti nello scontrino ha mobilitato milioni di persone che si sono date appuntamento nella piazza più famosa d’Italia (Facebook) per protestare.
Le associazioni di rappresentanza dei consumatori non sono state a guardare ed è di questa mattina la sentenza della Cassazione che dà ragione all’Asso-Consum, la quale aveva sostenuto la causa di un cittadino che chiedeva di rendere legale la tradizione popolare di convertire il resto in caramelle Goleador e –novità- per gli importi non tondi, in sacchetti bio per la frutta.
Visto che è infatti consentito portare i sacchetti da casa, purché nuovi, gli utenti avranno diritto a convertire il proprio resto in caramelle e buste biodegradabili. Questo porterà doppi vantaggi: le tasche e i borsellini dei consumatori non saranno più pieni di inutili monete da 1 e 2 centesimi e i negozianti non potranno accumulare i soliti miliardi con la scusa del “non ho i 2 centesimi di resto”. Ora saranno obbligati, dietro richiesta, a corrispondere quei 2 centesimi in buste bio. Per importi superiori ai 10 cent, sarà poi possibile farsi convertire il resto in Goleador e guastarsi i denti cercando prima di aprire la busta che le contiene, poi di mangiarle