Si rompe la fotocamera e non può postare foto della neve: noto influencer si suicida
TEMPIO. La missione di una vita: realizzare scatti fotografici da postare sui social per ottenere mi piace. Un tragico imprevisto: un inspiegabile difetto alla fotocamera del cellulare. Il giorno meno adatto: la nottata di ieri e la mattinata di oggi, quando tutta la Sardegna è ricoperta di un soffice manto immacolato di neve. Un doloroso epilogo.
Sono questi gli elementi della triste storia di Giuanniccu Frebba, noto influencer (non nel senso che attaccava l’influenza agli altri… cioè, anche in quel senso ma vabbè ndr) di Tempio Pausania. Un ragazzo di 34 anni schifo schivo nella vita ma molto attivo e conosciuto nel mondo di Instagram con nome di “giuannicu_frebbasta” in onore ad un famoso trapper. I suoi scatti erano seguiti e ammirati da una folta platea di pubblico: circa 24k/k (come diceva lui) followers. E per chi non è bravo con le frazioni facciamo i calcoli noi: semplificando le due k, il Frebba aveva 24 followers di cui 10 profili falsi e qualche parente; ma quando si inseguono i propri sogni i numeri non contano.
Così questa mattina il Frebba si sarebbe alzato di buonora, eccitato per l’abbondante nevicata, e si sarebbe recato direttamente in punta al monte Limbara per immortalare il bianco panorama, deciso a fare il pieno di mi piace e far crescere finalmente il proprio profilo Instagram. Un’impresa epica: arrivato con indicibile fatica fino alla cima di Punta Balistreri, dopo aver percorso 5 chilometri a piedi per via dell’impraticabilità della strada, dopo aver spalato neve fresca per aprirsi il passaggio e aver scattato qualcosa come 74 selfie della dura salita, la fatica sembrava ripagata. Un incantevole paesaggio si stagliava sotto i suoi occhi sognanti: lo scatto del secolo era a portata di mano.
Non tutte le storie hanno però un lieto fine e sarebbe stato così che il povero Giuanniccu, sfoderato il telefono per immortalare cotanta bellezza avrebbe fatto un’amara scoperta: la sofisticatissima fotocamera installata sul suo smartphone gli aveva giocato un brutto scherzo: non c’era modo, infatti, di avviarla. Dopo qualche rapida operazione di riavvio il problema persisteva; la situazione era tesa: le disperate operazioni di reset lasciavano al ragazzo la batteria sufficiente a scattare giusto tremila foto e caricarle tutte sul web… ma la fotocamera non ne voleva sapere. La stizza sarebbe cresciuta a livelli cosmici, al punto che il ragazzo avrebbe gettato il telefono a una miza con tutta la propria forza, in un estremo gesto di liberazione (il telefono è stato poi ritrovato nella vicina Palau con la fotocamera attiva, forse a causa della botta nell’atterraggio ndr) prima della tragica decisione: il sogno di una vita era sfumato per un vile tradimento elettronico, nulla aveva più senso ormai e il ragazzo si sarebbe tolto la vita gettandosi dalla vetta.
La morte non sarebbe avvenuta sul colpo: dopo un volo di 10 metri, il ragazzo avrebbe preso a cadere di roccia in roccia, finendo poi in un torrente, percorrendolo per qualche chilometro e finendo quindi arenato sul ponticello di una strada di penetrazione agraria; qui sarebbe stato spalato da un trattore che rimuoveva la neve, quindi passato a sale da un successivo mezzo. La morte sarebbe però sopraggiunta per infarto: frugandosi nelle tasche, il ragazzo avrebbe infatti trovato il telefono di scorta che aveva sempre con sé per i casi di emergenza. Il suo tenero cuore non avrebbe retto alla stizza, causandone la definitiva dipartita