Sa terra no est lebia: rimandata la costruzione di un cimitero in Sardegna
NORBIO. In una Sardegna popolata da sempre meno giovani, il tasso di mortalità è in continuo aumento. Infatti, nonostante i sardi possano vantare di vivere in una delle regioni con una densità abitativa tra le più basse d’Italia, tutto ciò si ripercuote sul fatto che la popolazione abbia ormai una certa età e sarebbe dunque prossima a falare a campu santu (in zertas biddas a pigare, dipende dall’ubicazione de su campu santu ndr).
Tale vicissitudine avrebbe portato le istituzioni a spendere una balca de inari (una barca di soldi ndr) per la costruzione di nuovi cimiteri, utili ad accogliere nuovi ospiti. Tuttavia, anche in questi contesti, non si può non prescindere dalla cultura e dalla tradizione sarda, in particolare quella che riguarda sos dicios! Nonostante questi, seppur raramente, siano stati smentiti (come accaduto per un ragazzo nato grazie alla fecondazione assistita).
Il diciu in questione sarebbe quello relativo al rito del funerale, ovvero “chi sa terra ti siet lebia” (che la terra ti sia leggera ndr), modo di dire in auge tutt’oggi, ma di cui pochi conoscono l’origine! Il modo di dire nacque, secondo alcuni importanti studiosi de aminculu (studiosi seri ndr), all’epoca di Adelasia di Torres: un ragazzo di 14 anni perse la vita a causa di svariati cazzotti ai reni presi a casa del proprio compagno di merenda, pertanto si procedette subito all’inumazione. Quel che succedette però est grave meda! Perché fu proprio l’aggressore ad avvisare del decesso del ragazzo e a pressare le autorità affinché si organizzasse il funerale a bolu! (Un po’ come avviene oggi quando si vuole sotterrare velocemente un parente appena deceduto, senza aspettare le 48 ore)
Mentre il prete celebrava la messa però, alcuni rumori sospetti, provenienti dalla fossa, avrebbero fatto capire che il povero Remundu Suppullidu, era stato inumato ancora vivo: dunque sarebbero subito iniziate le operazioni di soccorso le quali, purtroppo, si sarebbero rivelate vane perché la terra del campo santo, no fit lebia a nudda! (non era per niente leggera). La pesantezza del suolo infatti, avrebbe ucciso il ragazzo in pochissimo tempo, ed è per questo che oggi ai funerali si pronuncia la famosa frase!
Ecco dunque che proprio in questi giorni, a Norbio (Giuseppe Dessi docet ndr), sarebbe stata rimandata la costruzione del nuovo cimitero, perché il peso specifico della terra analizzata sarebbe superiore meda alla norma! Serve dunque una zona più adatta se si vuole evitare che qualche altro inumato vivo muoia prima dell’arrivo dei soccorsi!