Berchidda. Arriva la scala che misura la convinzione: andrà da 1 a Time in Jazz
BERCHIDDA. È sempre attivo il comitato scientifico dell’Università degli Studi di Tandalò il quale, prima di ogni pubblicazione, attende le conferme di prestigiosi istituti, quali l’Università di Bantine e la neonata Università di Sas Murtas. Stavolta l’oggetto di indagine è una nuova scala, nata per poter dare un valore numerico alla convinzione delle persone, in particolare di quelle che, con reticenza, si cren mezus de sos ateros (si credono migliori degli altri ndr), ma andiamo con ordine!
Dopo aver girato invano per tutta l’isola, l’equipe di scienziati, si sarebbe fermata a Berchidda per bere due birrette defaticanti, trovando casualmente nella piccola contrada, terreno fertile per le ricerche. Già il bar sarebbe stato un buon punto di partenza, perché nel paese sembrava vigesse ancora l’antica legge che permise al re Ostrogoto Teodorico di tenere separata la popolazione Romana da quella barbara: i tavolini si dividevano infatti in “autoctoni” e in “Staff Time in jazz”, chiamati ironicamente Jihadisti o inculcati dai locali; caratteristica di questi ultimi è quella di essere affetti dalla sindrome del “io sono la cultura, il divertimento, e voi non siete niente”, inspiegabile malattia che però porta tali persone a scroccare insistentemente da bere ai locali, approfittando della loro generosità e arrivando persino a credere che ciò gli sia dovuto. Tali fattori avrebbero portato gli studiosi ad approfondire il fenomeno!
Ovviamente sos dicios (modi di dire ndr) non sbagliano mai, pertanto se è vero che 2+2 = 4 è ancor più vero che “chie si bantat male si sentit” (chi si vanta, male si sente ndr). Dunque la cultura millantata è da considerarsi di plastica, perché nel concreto non trova riscontro: un membro dello staff, ad esempio, si considerava esperto di letteratura sarda solo per aver letto “Passavamo sulla terra leggeri” di Atzeni (citato qualche anno fa dal Fresu), ma nel concreto non conosceva nient’altro. Tutti questi fattori avrebbero portato alla nascita della nuova scala per la misurazione della convinzione, che andrà dunque da 1 a Time in Jazz.
Nei primi livelli, quelli da 1 a 3, sono da registrare i neofiti dello staff, quelli che rendono epici e particolarmente difficili anche gesti semplicissimi come spostare un tavolino, nello stesso livello si aggiungono anche i bimbi che tengono il pass anche per andare a dormire, a tipu cattedduzzos, per seguire il delirio Jihadista già in tenera età; dal 4 al 6 si annoverano quelli che si ghettizzano da soli al bar, provando a far sentire la loro presenza nei più svariati modi, ma nel contempo facendo credere che quello sia un comportamento completamente naturale; dal 7 al 9 ci sono i cosiddetti simulacri, quelli che il monumento a loro stessi però se lo fanno da soli. Dulcis in fundo il livello “Time In Jazz”: caratteristica fondamentale per raggiungere tale stato di Nirvana sono gli abiti: bisognerà infatti iniziare a vestirsi in infradito e indossare abiti di pabiru istrazzu (carta-straccio ndr), sommando ed amplificando ovviamente quanto già detto.
Gli studi sono appena stati pubblicati, ma la scala ha già avuto ottimo riscontro di pubblico! Un altro grande successo per l’Università degli Studi di Tandalò!
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