Solinas rilancia dopo i nuraghi: “Salvare l’ILVA producendo bronzetti sardi”
CAGLIARI. È arrivata: la soluzione che tutti aspettavano: non quella che ci meritavamo, ma quella di cui avevamo bisogno. “La soluzione che salva capra e cavoli” è stata definita dal premier Conte e da numerosi esperti di economia del calibro di tiu Barore Tazzainmanu, noto economista da bar buddusoino.
Questa mattina, presso il palazzo della Regione di Cagliari, il governatore Solinas ha convocato una conferenza stampa in pompa magna, gremitissima di giornalisti soprattutto per il faraonico cumbidu che era stato promesso a fine evento. Il presidente della Regione ha annunciato una manovra turistico-economica concordata con il governo centrale di Roma che porterà vantaggi sia per l’economia natzionale che nazionale: dopo la geniale trovata di promuovere la cultura sarda nel mondo attraverso l’erezione (no pensedas male) di simil-nuraghi già scuccati (privi di cuccuru ndr), ecco che la Regione Sardegna rilancia: salvare l’ILVA di Taranto, riconvertendo gli stabilimenti alla produzione di bronzetti nuragici, favorendo così la diffusione di questa forma d’arte nel mondo.
Una proposta che, come detto, ha trovato ampio consenso e viene incontro alle esigenze di tutti: da una parte va a rafforzare il già maestoso programma di promozione turistica della regione Sardegna, ampliando l’offerta culturale legata ai nuraghi; dall’altra risolverebbe la tanto invocata riconversione degli impianti siderurgici pugliesi, passando dalla produzione di acciaio a quella di bronzo; in ultimo salvando la produttività e la marcia dello stabilimento, garantendo la piena occupazione di operai e indotto.
Una geniale trovata che porterà i bronzetti nuragici nel mondo (oltre, ovviamente, a quelli già trafugati illegalmente), rendendoli noti al grande pubblico. Molti esperti del settore hanno inoltre suggerito di salvare numerose cave di pietra arenaria isolane, iniziando la produzione industriale di nuovi giganti di Mont’e Prama, completando così il pacchetto turistico-coloniale “sardi esotici e altre strane usanze”.