Il tenore di Tokyo è migliore di quello sardo: lo dice un illustre studioso isolano
NUORO. Si sono appassionati del nostro canto a tenore dopo aver ascoltato su youtube il Tenore di Bitti, diventando essi stessi un tenore in pochissimo tempo. Presto però si sarebbero accorti che per approfondire il canto bisognava recarsi in Sardegna dove (cosa chi mai) sarebbero riusciti a dividere l’opinione pubblica.
La Sardegna è terra ospitale, ma alcuni sardi lo sono solo cun chie piaghet a issos (lo sono solo con le persone che preferiscono). Molti infatti avrebbero fonito alcuni spunti alquanto interessanti come “eo no devo imparare nudda a niunu”; “e custu pro issos est unu cantu a tenore? ”; fino ai più colti che avrebbero detto “ite cazzu che faghene custos inoghe?”.
Per fortuna però che queste voci sono rimaste relegate, circa meno quasi, all’ambito social o in cuntrestadas de bar (discorsi sobri da bar).
Uno dei più illustri studiosi di Cultura Sarda, Manlio Pillonca avrebbe detto, dopo un accurato studio, che i Tenores di Tokyo sarebbero migliori, nel complesso, di quelli sardi. Un’affermazione che ovviamente tocca i sardi nel profondo, ma che lascia poco spazio ad una pars destruens comente si toccada (come si tocca ndr): i sardi infatti sarebbero colpevoli di non apprezzare a fondo la propria cultura con tutto ciò che essa comprende e, quest’esperienza del Tenore di Tokyo, ne sarebbe una prova più che sufficiente. Visto che nemmeno l’inserimento del canto a tenore come patrimonio dell’UNESCO ferma alcuni “geniacci” isolani dall’etichettare il canto come rozzo e ridicolo.
I giapponesi sarebbero comunque trovati bene nell’isola, ma tra i paesi visitati avrebbero detto di essere rimasti molto colpiti da Bonnanaro; nonostante non sia tra le principali mete dei turisti, i nipponici si sarebbero trovati bene nella bidda, rimanendo scioccati dalla sete dei proprio abitanti. Uno dei ragazzi rilasciando l’intervista ci ha detto: “Nd’apo bidu meda de biddas inue buffana, ma che a Bunnanaru no nd’aio bidu mai”.