Turista romano scoperto con 4 kg di sabbia di spiagge sarde nell’ano
OLBIA. Siamo ormai quasi abituati, in Sardegna, a veder deturpare la nostra terra da tutto e tutti. Ciò accade abitualmente fin dai tempi della Fusione Perfetta del 1847, ovvero quando i sardi decisero di dare le chiavi del loro retto cuore al Piemonte dei Savoia. Da lì in poi tanti continentali, dai più ricchi ai più poveri, avrebbero arrecato danno al paesaggio sardo: continua a dilagare, nonostante le numerose contravvenzioni, il fenomeno del cosiddetto “furto di sabbia”. Fenomeno difficile da contrastare e che si sta evolvendo in forma sempre più complesse di asporto del materiale.
Su vari social network, negli scorsi giorni, avrebbe girato una fake news che informava di alcuni cani della finanza sarda che avrebbero imparato a fiutare la sabbia delle varie spiagge isolane per impedirne il contrabbando fuori dai confini dell’isola. Il caso ha voluto – o forse sarebbe meglio dire la selezione naturale – che Peppe Chiappalarga, noto culipudidu in Sardegna per le sue discutibili abitudini di igiene intima, turista romano di 43 anni, non avesse capito che trattavasi di una notizia falsa.
L’uomo, furadore di rena balneare professionista, si trovava per il primo Maggio nell’Isola, nella quale avrebbe organizzato un viaggio costa costa (coast to coast ndr [forse]) nelle varie spiagge del golfo di Orosei, dove avrebbe rubato diversi chilogrammi di sabbia dalle diverse spiagge e cale.
Arrivato all’aeroporto di Olbia per tornare al continente, l’uomo, per non farsi scoprire dai presunti cani sgama-sabbia, ispirato da numerose serie sui narcos colombiani e puntando sul fatto che la sua scarsa igiene avrebbe sviato il temibile olfatto dei cani, avrebbe impacchettato la refurtiva in contenitori di gomma morbida, modellandola in precise forme falliche dal peso di 500g ciascuna. Non aveva però colto dalle serie TV che gli ovuli andassero ingeriti, e se li sarebbe quindi infilati direttamente nel retto con urla di potenza paragonabile a quella di un aereo a reazione al massimo della potenza.
L’uomo, a causa del lancinante bruciore al fondoschiena, si sarebbe sentito male poco prima della partenza del volo e si sarebbe recato presso i bagni dell’aeroporto per espellere il prezioso carico. L’esplosione degli ovuli e una abbondante mangiata di cozze avariate avrebbero causato un devastante effetto geyser misto a carta vetrata, razzigando lo sfintere del povero malcapitato.
La fuoriuscita a tipu ispeldijonada (come una fucilata a pallini ndr) del materiale non avrebbe fortunatamente causato troppi danni fisici al condotto di scarico del contrabbandiere, ma le sue urla di lamento avrebbero attirato l’attenzione delle forze dell’ordine presenti in aeroporto che, dopo un primo istante di meraviglia e sincera compassione per l’uomo (“Oh, chiamate Paperissima che qua c’è uno cag*ndo sabbia”), avrebbero intuito il pessimo tentativo di contrabbando del prezioso materiale.
L’uomo, dopo aver espulso tutti e 4 i chilogrammi di sabbia precedentemente cravatosi inseritosi nel retto, si sarebbe consegnato stremato alle forze dell’ordine che avrebbero commentato con un lapidario: “Azis a bidere chi no bi torrada”.