Coldiretti esulta: nelle spiagge sarde la vendita di formaggio supera quella del cocco
CAGLIARI. Dopo anni di dura propaganda in favore dei prodotti nostrani qualcosa sembra muoversi nel nostro paese, ed in particolare in Sardegna: a raccontarcelo è stato il presidente della Coldiretti Tore Ranghina (ranghinatore per gli amici) che si è presentato ai nostri microfoni ancora arrettu per il traguardo appena raggiunto.
Sembrerebbe che quest’anno, nelle spiagge dell’isola, la vendita di formaggio da parte degli autoctoni asfalterà (come già sta accadendo) tutti i diretti concorrenti: venditori di braccialetti, massaggiatori, venditori di cd, di cellulari rubati, tatuatori, ma soprattutto quelli a cui tutti almeno una volta nella vita abbiamo augurato di scendergliene le barre. Si, stiamo parlando proprio di loro: i venditori di cocco, ormai diffusisi peggio della gramigna e della peronospera hanno riempito le nostre spiagge rendendo vani tutti i tentativi di pennichella.
Nell’ultimo periodo, però, la tendenza sarebbe in diminuzione grazie all’ingresso su scala industriale dai venditori di formaggio che potrebbero consentire di eliminare quasi totalmente dalle nostre spiagge quelle urla disumane nonché le rime orrende dei venditori di cocco, a favore del più armonioso, autoctono, elegante e leggiadro: “Formaggio a ve ne serve?”.
Il presidente Ranghina Tore ci ha spiegato con sicurezza la politica che è stata adottata da qualche settimana e che sta portando in fretta al pieno compimento di questo eclatante ribaltone commerciale: in ogni spiaggia sarda verranno effettuati dei rigidi controlli che non permetteranno ai bagnanti continentali di accedere al litorale con nessun tipo di alimento. Ciò favorirà ovviamente l’acquisto del formaggio pro si cazzare su famine (per incazzarsi sbarazzarsi della fame ndr); in secondo luogo si utilizzerà il pugno di ferro con i venditori di cocco e le loro borse-frigo che, all’occorrenza, verranno zoccate in testa agli stessi venditori per scoraggiarne l’attività.
Il formaggio sardo si appresta quindi a guadagnare notevoli fette di mercato che daranno ricadute positive su tutta l’economia isolana. Come ci ha detto lo stesso presidente Ranghina: “Il formaggio sardo vince e vincerà, comente naraiat cuss’imbecille”.